La chiesa di S. Marina sorgeva nella frazione Catamotta e, come si legge nel verbale di una visita pastorale dell’anno 1541, era definita “rurale “. Dallo stesso verbale apprendiamo inoltre che le condizioni strutturali dell’edificio erano alquanto precarie tanto da indurre il vescovo che effettuò la visita a minacciare al rettore Pier Paolo Polizzi la scomunica e la pena di dieci rotoli di cera se non avesse provveduto a ripararla. Due anni dopo, però, la chiesa si trovava ancora nelle medesime condizioni per cui al Polizzi furono inflitte le pene minacciate nel 1541.
Egli, comunque, non se ne curò e, addirittura, neanche si presentò davanti al vescovo Andrea Candida che, il 18 gennaio 1553, era giunto a Bianco in visita pastorale. Dopo tale data, finalmente, si diede inizio ai lavori di ristrutturazione che, però, andarono avanti molto lentamente tanto che, nel 1590, la chiesa era ancora senza tetto e, l’allora parroco Giovan Paolo Basilio, doveva svolgere le funzioni liturgiche nella vicina chiesa di S. Francesco Saverio. In questo stesso anno venne in visita pastorale il vescovo Ottaviano Pasqua che ingiunse al parroco di completare al più presto i lavori e anche qua, come aveva fatto a Bianco, inserì nel verbale l’ordine di costituire l’archivio parrocchiale.
Per tutto il Seicento le notizie su questa chiesa sono piuttosto scarse, possediamo soltanto un inventario redatto nel 1683 dal parroco Francesco Saporito dove vengono elencati i beni immobili che servivano al mantenimento del rettore e a consentire l’acquisto di quanto necessario per la manutenzione ordinaria della parrocchia. Soltanto nel 1730 essa fu trovata ben tenuta, ornata di stucchi e con la statua di S. Marina posta sull’altare maggiore; in questo stesso anno fu dotata anche di una nuova campana (un’altra denominata “Barbara” e datata 1558 c’era già) di nome “Marina”con l’iscrizione: “Abb. Francesco Proto Parroco S. Marina 1730”.
Nél 1783 la chiesa, in seguito al terremoto, subì danni gravissimi e, nel 1791, su decisione del vescovo P. Domenico Scoppa, la parrocchia venne soppressa e aggregata alla matrice. Tale provvedimento fu, però, rivisto e, verosimilmente, nell’anno 1800, fu istituita una “economia curata” affidata al sacerdote Pasquale Polizzi. Dopo il terremoto, infatti, alcune famiglie della Catamotta, anziché trasferirsi nella nuova Bianco, preferirono ricostruire le loro abitazioni nella frazione Zoparto dove, per celebrare le sacre liturgie, dapprima utilizzarono non si sa bene se “una vile capanna” come si legge in un documento del 1800 oppure un “tentorium” (una tenda) secondo quanto risulta da un altro documento redatto nel 1822. In un secondo momento il Polizzi, avendo riottenuto la disponibilità dei beni della parrocchia, si adoperò a costrùire “ex fundamentis” (dalle fondamenta) il sacro edificio il cui progetto fu redatto dai mastri Michelangelo Massara di Reggio Calabria e Antonio Naimo da Bianco. Nell’anno 1827 la costruzione era stata completata e, pertanto, il vescovo Pellicano la eresse nuovamente a parrocchia. Purtroppo il terremoto del 1908 non diede scampo sicchè il vecchio sito dovette essere per forza abbandonato e gli abitanti si trasferirono alla marina di Bianco insediandosi nella zona del paese che, ancora ai nostri giorni, è conosciuta come il rione Zoparto. Qui, su un terreno concesso dal Genio Civile il 18 luglio 1912 venne costruita “una chiesetta baraccata” che, nei primi anni settanta, mentre era parroco don Antonino Pelle, fu demolita e ricostruita, in muratura, sullo stesso sito. Nell’anno 1973, con grande gioia degli abitanti del quartiere che finalmente potevano avere un luogo dignitoso dove pregare, la nuova chiesa venne aperta al culto. Con il riordinamento della diocesi, S. Marina cessò di essere parrocchia e venne definitivamente aggregata alla chiesa matrice “Tutti i Santi”. Attualmente, ogni sabato pomeriggio, vi si celebra la Messa prefestiva e, da alcuni anni, nel mese di ottobre si festeggia la Madonna del Rosario con la novena e la processione.
I parroci alla guida della parrocchia furono: Pietro Paolo Polizzi; Giovan Paolo Basilio; Santoro Mesiti; Francesco Saporito; Vittorio Medici; Antonio Cavallaro; Stefano Ceratti; Francesco Proto; Domenico lelasi; Domenico Saporito; Domenico Medici; Pasquale Polizzi; Fortunato Pittari; Carmelo Ascioti; Pasquale Cosentino; Giacomo Audino; Giuseppe Latela; Antonio Sciplini; Antonino Pelle.
(Per le notizie riportate si veda il bollettino parrocchiale 2009/115 “Storia delle Chiese di Bianco” di Elisetta Muscatello, e i rimandi alle relazioni del prof. Enzo D’Agostino e del!’avv. Domenico Romeo nel volume: “Bianco e il suo patrimonio storico religioso).